Durante le ricerche condotte presso l’Archivio Storico Comunale di Controguerra ho potuto rinvenire, tra la documentazione non ancora inventariata, alcuni documenti sciolti relativi alle leggi razziali, risalenti al biennio 1938-1939. Si tratta di disposizioni della Questura, della Prefettura e degli Uffici politici di Teramo, indirizzate al Podestà di Controguerra, con cui venne data esecuzione alla richiamata normativa razziale nel torno d’anni sopra indicato.
Particolarmente rilevante è una velina delle Regia Questura di Teramo del 15 agosto 1938 (doc.1) relativa al censimento degli ebrei residenti nella Provincia. Il documento testimonia che già alcuni giorni prima dell’emanazione delle leggi razziali – i primi interventi in materia risalgono al 5 settembre 1938 – si stava procedendo alla schedatura degli ebrei italiani. In particolare, il Questore raccomandava di procedere alla rilevazione “con riservatezza assoluta e massima precisione”, avvisando che le operazioni non dovevano “dare appiglio [ad] alcun allarme trattandosi di rilevazione ad esclusivo fine di studio”.
Seguono alcune circolari della Prefettura di Teramo che davano attuazione alla normativa razziale. Una prima del 3 ottobre 1938 (doc.2) conteneva le disposizioni per la tenuta dello “schedario per il personale dei segretari comunali”; una seconda del 29 novembre 1938 (doc.3), rubricata “Difesa della razza”, proibiva, in attesa dell’entrata in vigore del R.D. 17 novembre 1938, n.1728, la celebrazione dei matrimoni “fra persone di razza italiana e persone appartenenti ad altre razze”; similmente una terza circolare, risalente al 7 dicembre 1938 (doc.4) e con identica rubrica della precedente, dettava altre disposizioni per l’applicazione del R.D. 17 novembre 1938, n.1728; una quarta, del 3 gennaio 1939 (doc.5), rubricata “Dipendenti Enti Locali. Provvedimenti per la Difesa della Razza” regolava l’attuazione delle disposizioni del R.D. 17 novembre 1938, n. 1728, relative al licenziamento dei dipendenti di razza ebraica impiegati nelle pubbliche amministrazioni. In particolare, con questa circolare si regolava la procedura di licenziamento dei dipendenti di razza ebraica assunti presso i consorzi idrici e di bonifica e presso gli enti di assistenza per l’infanzia e beneficienza della Provincia di Teramo.
Molto importante è, poi, un’informativa del 10 settembre 1938 (doc.6), della Federazione dei Fasci di Combattimento di Teramo, indirizzata al Podestà di Controguerra, con cui veniva chiesto un chiarimento in ordine alla razza di un tesserato alla sezione locale. Questo documento testimonia ancora una volta le contraddizioni della normativa razziale italiana, che poteva arrivare a colpire perfino gli iscritti militanti al Partito Nazionale Fascista.
Da ultimo, si segnala che tra la documentazione rinvenuta è presente anche una velina delle Regia Questura di Teramo del 24 gennaio 1938 (doc.7) con cui si disponeva una intensificazione del servizio di vigilanza “sugli stranieri, sui sovversivi, sui forestieri in genere che sostano nella provincia” in occasione di un “prossimo evento di speciale importanza”. Trattasi, probabilmente, di una qualche manifestazione del regime, ma essendo stata rinvenuta insieme alla documentazione relativa alle leggi razziali è parso opportuno allegarla.
Matteo Di Natale
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