«Guido Cristini (1895-1979) è stato uno dei gerarchi più temuti dagli oppositori del fascismo. Come presidente del Tribunale di Mussolini, tra il 1928 e il 1932, ha comminato: 1725 condanne, 8806 anni di prigione, 9 sentenze di morte, tutte eseguite. Abruzzese di Guardiagrele, combattente decorato della Grande guerra, avvocato (anche difensore di Albino Volpi nel processo Matteotti di Chieti), deputato del PNF dal 1924 al 1939, faccendiere (con il principe Valerio Pignatelli pure tra i precursori di Gladio). Dopo la caduta del regime fu salvato dall'Amnistia Togliatti scatenando il "caso Cristini". Una storiaccia esemplare del Belpaese - dove tutto si dimentica e i conti con la Storia non si chiudono mai - raccontata per la prima volta».
Il 1 dicembre a Casoli presso il Teatro comunale
a partire dalle ore 17:30
DIALOGHERANNO CON L'AUTORE:
MASSIMO TIBERINI
Sindaco di Casoli
PIERA DELLA MORGIA
Presidente ANPI "Nicola Caniglia" di Casoli
STEFANO PALLOTTA
Presidente dell'Ordine dei giornalisti dell'Abruzzo
VINCITORE DEL
PREMIO GIORNALISTICO NAZIONALE
"FRANCO GIUSTOLISI - GIUSTIZIA E VERITÀ"
(SEZIONE LETTERARIA),
IV EDIZIONE, SOTTO IL PATROCINIO
DELLA PRESIDENZA DEL SENATO DELLA REPUBBLICA
SINOSSI
«La sentenza firmata da Cristini aveva salvato l’inviolabile vita di Mussolini. C’era scritto che “attentare a Mussolini è attentare all’umanità, perché il Duce appartiene all’umanità”.»
Quello di Guido Cristini, presidente del Tribunale speciale dal 1928 al 1932, è stato uno dei nomi più temuti dagli oppositori del fascismo: sotto la sua presidenza le condanne sono state 1725, gli anni di prigione comminati 8806, le condanne a morte 9. Tutte eseguite. Abruzzese, combattente, avvocato, deputato, faccendiere, è stato una meteora nell’universo fascista e nel giudizio contro i gerarchi, dopo la caduta del regime, riuscì a passare indenne. Una vicenda esemplare del Belpaese dove tutto si dimentica e i conti con la Storia non si chiudono mai.
La storia, o meglio la storiaccia, di Guido Cristini viene raccontata per la prima volta in questo libro, ricco di documenti e di fotografie che fanno luce su una delle figure più controverse del Ventennio fascista.
Pablo Dell’Osa (Pescara 1976) è giornalista e scrittore. Inviato della rivista «D’Abruzzo», si occupa di cultura, interviste e personaggi dimenticati. Cura il blog #Today sulla versione online de «il Centro», il quotidiano dell’Abruzzo. Con Mursia ha pubblicato Il principe esploratore. Luigi Amedeo di Savoia duca degli Abruzzi (2010), menzione speciale al Premio Guido Polidoro.
Pagine 372 (testo: 356 + inserto: 1/16)
Euro 19,00
Codice 14368T
EAN 9788842551621
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