CASOLI: inaugurazione della Piazza della Memoria e Convegno di studi “Memoria e internamento civile nell’Italia fascista”
Il Comune apporrà una nuova Targa contenente tutti i 218 nomi degli internati civili ebrei stranieri, e degli “ex jugoslavi” sloveni e croati, che tra gli anni 1940 e 1943 furono internati nel campo fascista di Casoli. A seguire, il convegno internazionale di studi.
CASOLI: Il 27 gennaio 2018, nel Giorno della Memoria, il Comune di Casoli intitolerà Piazza della Memoria lo spazio antistante gli ex locali del Campo di concentramento di Casoli, con l’apposizione di una Targa contenente tutti i 218 nomi degli internati civili internati a seguito delle prescrizioni del Regio Decreto Legge n.°1728 del 17 novembre 1938 “provvedimenti in difesa della razza Italiana” e delle successive disposizioni restrittive. Dieci internati ebrei finirono poi uccisi nei campi di sterminio. Si tratta di un gesto simbolico per ridare, postumo, quel diritto di cittadini liberi, che il regime fascista aveva barbaramente cancellato. Nel corso della mattina verrà conferita la cittadinanza onoraria allo scrittore Livio Isaak Sirovich che ha valorizzato i documenti conservati a Casoli relativi alla presenza sia dei prigionieri/internati ebrei stranieri e sia dei tanti civili sloveni e croati deportati in campi di concentramento e di internamento nel territorio italiano, e in specie abruzzese, dopo l’invasione del Regno di Jugoslavia nella primavera del 1941 da parte della monarchia e del Regime fascista italiano. Con il suo libro “Non era una donna, era un bandito”. Rita Rosani, una ragazza in guerra (Cierre edizioni 2014/2015) ha contribuito a far conoscere alcune delle vicende occorse a Casoli durante la guerra agli internati/deportati ebrei. Attraverso il ricorso a corrispondenze epistolari tra il 1940 e il 1943 e servendosi di interviste a testimoni dell’epoca, Sirovich ha saputo raccontare il comportamento della comunità casolana con competenza, manifestando anche un’insolita empatia con chi all’epoca fu travolto da vicende di imprevedibile tragicità. Il suo lavoro è stato uno dei punti di partenza, che hanno consentito a Giuseppe Lorentini, ideatore e responsabile del progetto di ricerca e documentazione on line sul Campo di concentramento di Casoli, di far rivivere attraverso il sito www.campocasoli.org parte della memoria storica del paese, favorendo una sorta di riconciliazione tra Casoli, incolpevole teatro delle sofferenze di molti internati, e le comunità allora ferite dai provvedimenti del regime.
La cerimonia si svolgerà nella mattinata del 27 gennaio 2018 dalle ore 9:00 alle 11:00 presso il Luogo della Memoria del Campo di concentramento di Casoli in Via Giuseppe Borrelli 14. Saranno presenti le autorità e la Neo-Presidente nazionale dell’ANPI, Carla Nespolo.
Nel pomeriggio seguirà, a partire dalle ore 15:00 presso il Teatro comunale in Piazza Brigata Majella, il Convegno di studi sul tema “Memoria e internamento civile nell’Italia fascista” che vede la partecipazione di importanti relatori di università italiane e di Bielefeld. Tale convegno rappresenta un momento di confronto storiografico attorno alle varie manifestazioni delle memorie e delle rimozioni repubblicane del ventennio fascista. Una prima sezione si concentrerà sulle specificità del caso italiano con l’intento di costruire un quadro di riferimento generale all’interno del quale poi discutere i vari casi di studio della seconda sezione, il cui focus sarà il sistema di internamento fascista.
Programma
Ore 15:00 Apertura del Convegno, saluto del Sindaco
Dott. Massimo Tiberini
Ore 15:15 Introduzione dei lavori
Prof. Vito Gironda, Università di Bielefeld
Ore 15:30 “Fascismo e memorie pubbliche nell’Italia del dopoguerra"
Prof. Alberto De Bernardi, Università di Bologna e Vicedirettore INSMLI
Ore 15:50 “La punizione dei crimini fascisti nell'Italia repubblicana”
Prof. Paolo Pezzino, Università di Pisa
Ore 16:10 “Media e uso pubblico della storia”
Dr. Michela Ponzani, storica e conduttrice televisiva Rai 3 e Rai Storia
Ore 16:30 Pausa Caffè
Ore 17:00 “La memoria difficile dell’internamento civile fascista”
Prof. Carlo Spartaco Capogreco, Università della Calabria e Presidente della Fondazione Ferramonti
Ore 17:20 “L'internamento femminile e il campo di Lanciano”
Dott.ssa Annalisa Cegna, Università di Macerata e direttrice Istituto storico di Macerata
Ore 17:40 “I campi fascisti: il caso del campo di Casoli”
Dott. Giuseppe Lorentini, Università di Bielefeld, ideatore e curatore del progetto
www.campocasoli.org
Ore 18:00 Dibattito
Conduce il Prof. Vito Gironda
Ore 19:00 Chiusura dei lavori
Prof.ssa Carla Nespolo, Presidente Nazionale ANPI
Le due iniziative rappresentano un primo risultato del lavoro di cooperazione tra l’amministrazione del Comune di Casoli e le Università di Bielefeld (Germania) e di Bologna, le cui attività sono coordinate da Giuseppe Lorentini. Lo scorso anno, il 27 gennaio 2017 in occasione della ricorrenza internazionale per commemorare le vittime dell’Olocausto, su iniziativa dello stesso Lorentini è stato ufficialmente rilasciato su internet il sito www.campocasoli.org. Si tratta di un progetto di ricerca e documentazione on line sul Campo di concentramento di Casoli attivo dal 1940 al 1943 in tre diverse sedi: i locali dell’ex Municipio, le cantine di Palazzo Tilli, poi lasciate per l’edificio adiacente allo stesso Palazzo della gentilizia famiglia Tilli. Il progetto consiste di un archivio digitale che consente l’accesso e la consultazione a fini della ricerca storica di oltre 4.000 documenti contenuti nei 215 fascicoli personali degli internati conservati presso l’Archivio storico del Comune di Casoli. Il fondo è stato ordinato attorno a una serie di aree tematiche e concettuali, che permettono una consultazione del materiale su diversi piani della ricerca storica; esso costituisce una fonte preziosa e rara nel nostro Paese per ricostruire e comprendere la struttura organizzativa e amministrativa di un campo di concentramento fascista. L’iniziativa nasce nell’ambito di accordi bilaterali tra l’Università di Bologna e quella tedesca di Bielefeld. Grazie al lavoro di Giuseppe Lorentini si dispone ora di una grande mole di materiale documentaristico confluito nel portale open access www.campocasoli.org. Il suddetto portale rappresenta un importante contributo didattico e di diffusione scientifica.
A seguito dell’uscita del sito www.campocasoli.org l’amministrazione comunale ha proposto il 3 aprile 2017 un primo atto concreto trasformando l’ex Municipio in Luogo della Memoria. A sua volta, la proprietaria del Palazzo Tilli, Dott.ssa Antonella Allegrino, ha poi intitolato la dependance settecentesca di Palazzo Tilli, Palazzina della Memoria. Dopo più di 70 anni, ha avuto così luogo per la prima volta la celebrazione delle dieci vittime della Shoah internate a Casoli dal 1940 al 1942, a seguito delle leggi razziste italiane del 1938 e del periodo bellico. La risonanza nazionale del lavoro di ricerca e documentazione di Lorentini ha permesso, ad esempio, a Miriam Hassid di riconoscere suo padre, Giuseppe Hassid, internato nel campo di concentramento di Casoli dal 1940 al 1941, e da li poi finito, attraverso varie detenzioni, nella risiera di San Sabba dove venne ucciso nel 1944.
Cittadinanza onoraria allo scrittore Livio Isaak Sirovich: informazioni biografiche
Nato il 5 luglio 1949 nella Trieste allora contesa tra Italia e Jugoslavia da madre ebrea tedesco-lituana e da padre di antica origine dalmata, Livio Isaak Sirovich ha dentro grandi orizzonti. Lavora nel campo del rischio sismico in un Istituto nazionale di ricerca, ma la vita in una terra che ha subìto le disgrazie del Novecento lo ha obbligato a scrivere anche di Storia. In pace con le proprie radici miste, si firma coi cognomi materno e paterno (cambiato in «Siro» durante il fascismo). Ha pubblicato: «Cari, non scrivetemi tutto; gli Isaak, una famiglia in trappola fra Hitler e Stalin» (Mondadori, 1995; edizione tedesca: Kunstmann 2001); «Cime Irredente; un tempestoso caso storico alpinistico» (Vivalda 1996, V ristampa 2003; premio «Cardo d'Argento ITAS» 1997, e «Frontiera» 1998); «"Non era una donna, era un bandito"; Rita Rosani, una ragazza in guerra» (Cierre Edizioni, 2014 e 2015). «La Notte delle Faville», romanzo ambientato nella Carnia occupata dai nazisti e dai Cosacchi nel 1944-45 (Mursia 2007, Cierre Edizioni 2017).
Nella vita civile, Livio Sirovich è appunto un ricercatore associato dell'Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale (O.G.S.). Si è formato allo Studio Geotecnico Italiano del prof. M. Jamiolkowsky (l'esperto che ha stabilizzato la Torre di Pisa).
Ha tenuto corsi semestrali nell'Advanced School of Physics dell'ICTP di Trieste, nelle università di Udine, Padova, Pisa, e lezioni al Politecnico di Milano. È valutatore scientifico per il Comitato di Indirizzo della ricerca del Ministero della Ricerca (e non apprezza che l'attuale ministra abbia bluffato sui propri titoli di studio), per Progetti di Ricerca di Interesse Nazionale, nonché revisore scientifico del Journal of Geophysical Research (dell'American Geophysical Union), del Bulletin of the Seismological Society of America e altre riviste. Ha coordinato 2 sessioni congressuali ciascuno per: American Geophysical Union (2004), Società Sismologica Americana (2008), Congresso europeo ESC-2012 a Mosca.
Convegno di studi "Memoria e internamento civile nell'Italia fascista"
Brochure del Convegno di studi "Memoria e internamento civile nell'Italia fascista", Casoli 27.01.2018 - Dalle ore 15:00 - Teatro comunale - Piazza della Brigata Majella
Relatori del Convegno
Il Convegno di studi Memoria e internamento civile nell’Italia fascista, che si svolgerà a Casoli il prossimo 27 gennaio 2018, rappresenta un momento di confronto storiografico attorno alle varie manifestazioni delle memorie e delle rimozioni repubblicane del ventennio fascista. Una prima sezione si concentra sulle specificità del caso italiano con l’intento di costruire un quadro di riferimento generale all’interno del quale poi discutere i vari casi studio della seconda sezione il cui focus è il sistema di internamento fascista.
Nell’ultimo decennio il modello concentrazionario fascista è diventato oggetto di discussione e approfondimento storico. Agli studi pioneristici di Capogreco (I campi del Duce. L’internamento civile nell’Italia fascista (1940-1943), Einaudi, Torino 2004) si sono affiancate ad esempio alcune analisi piuttosto convenzionali come nel caso di Anna Pizzuti (Vita di Carte. Storie di ebrei stranieri internati dal fascismo, Donzelli, Roma 2010) e, più recentemente, con il progetto sui campi fascisti (http://www.campifascisti.it) si sta lavorando ad una mappatura complessiva del fenomeno, o meglio, ad un centro di documentazione on line sull’internamento e la prigionia. Inoltre, disponiamo di diversi contributi regionali e locali che, tutto sommato, risentono di una impostazione metodologica alquanto debole tanto da alimentare la continuità discorsiva di una lettura “leggera” del sistema di internamento civile fascista. La storiografia ha più volte sottolineato la difficoltà di studiare il sistema concentrazionario fascista per via della difficoltà sottese alla mancanza di fonti. Infatti, oltre ai fondi presenti presso l’Archivio Centrale dello Stato (Direzione generale della pubblica sicurezza) e di quelli custoditi nell’Archivio del Comitato Internazionale della Croce Rossa con sede in Ginevra, già ampiamente oggetto di analisi nei lavori di Capogreco, disponiamo di pochissime informazioni a livello regionale e locale. Diversa la situazione per il campo di concentramento ubicato nel corso del secondo conflitto mondiale nella cittadina di Casoli.
Grazie al lavoro di Tesi di Laurea Magistrale di Giuseppe Lorentini (Università di Bologna e Università di Bielefeld) sul campo di concentramento di Casoli si dispone ora di una grande mole di materiale documentaristico confluito nel portale open access www.campocasoli.org. Il suddetto portale rappresenta un importante contributo didattico e di diffusione scientifica.
In primo luogo, esso è uno strumento di studio utile alla ricerca scientifica delle fonti e al dibattito storiografico sull’internamento civile durante il fascismo. In secondo luogo, la divulgazione delle informazioni in esso contenute e condivise attraverso i social network contribuisce a diffondere una storia ancora poco nota intorno alla realtà dei campi fascisti. Infine, riproduce un “museo” telematico per la conservazione e la promozione di una cultura della memoria.
Il sito costruito e curato dal Lorentini è una prima messa a punto documentaristica di un progetto scientifico di più largo respiro volto a superare l’impasse di un certo dirigismo storicistico presente in molti lavori sul tema. Accanto all’enorme mole di lavoro documentaristico già realizzato e in continuo aggiornamento, il giovane storico di Casoli sta studiando il campo di Casoli come spazio delle pratiche della politica razziale del ventennio. La minuziosa documentazione sull’amministrazione del campo, le specifiche dinamiche nell’azione delle autorità locali permettono da una parte di guardare alla storia del campo come laboratorio del razzismo fascista a livello locale, individuarne traettorie particolari e specifiche valenze generali. D’altra parte, lo studio delle cartelle personali degli internati permette una visione interna del sistema concentrazionario fascista. Il materiale selezionato dal Lorentini può contribuire così ad aprire una nuova stagione di riflessione sull’internamento fascista.
Il coordinatore scientifico del Convegno
Prof. Vito Gironda
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