Giovedì 27 gennaio 2022 è avvenuta l’inaugurazione del monumento dedicato alla memoria degli internati dell’ex campo fascista di Casoli in occasione del Giorno della Memoria, la ricorrenza internazionale in ricordo delle vittime della Shoah. Il comune in provincia di Chieti era sede di uno dei quindici campi di concentramento abruzzesi allestiti dal regime fascista all’indomani dell’entrata in guerra dell’Italia nel giugno 1940.
La cerimonia, condotta nel pieno rispetto delle norme anti covid-19, con la partecipazione dell’Ambasciatore della Repubblica di Slovenia S. E. Tomaz Kunstelj, ha avuto luogo alle ore 10:00 in Piazza della Memoria, ove, il 27 gennaio 2018 il Comune di Casoli aveva già posto una targa contenente tutti i 218 nomi degli internati civili “ebrei stranieri” (108), per lo più tedeschi, austriaci, polacchi, e degli internati politici “ex jugoslavi” (110), per la maggior parte croati e sloveni, che tra gli anni 1940 e 1943 transitarono nel campo fascista di Casoli.
L’iniziativa, trasmesso in diretta dalla televisione di stato slovena e italiana, ha ricevuto i patrocini del Parlamento europeo, Regione Abruzzo, Arolsen Archives, Università degli Studi del Molise, Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea, Fondazione Fossoli, Memoriale della Shoah di Milano, Associazione “I Figli della Shoah”, Museo della Comunità ebraica di Trieste, Unione della comunità Romanès in Italia, Istituto Nazionale Ferruccio Parri, Giornale di Storia e ANPI nazionale.
Rimarchevole il generoso contributo da parte di “Mark Audio” di Marco De Virgiliis, leader di “Markbass” uno dei brand più noti al mondo per la produzione di amplificatori per bassi.
Il lavoro di ricerca storica dello studioso Giuseppe Lorentini, dottorando presso l’Università degli studi del Molise, ideatore, creatore e responsabile del Centro di documentazione on line del campo di fascista di Casoli www.campocasoli.org, coadiuvato dal supporto dell’amministrazione comunale guidata dal rieletto sindaco Massimo Tiberini ha trovato piena realizzazione in questa importante giornata, già rimandata di un anno a causa dell’emergenza sanitaria.
Un nutrito numero di invitati e pubblico ha assistito alla cerimonia inaugurale, durante la quale il sindaco Massimo Tiberini ha dichiarato:
“È necessario che si faccia memoria degli internati civili stranieri, alcuni dei quali, in quanto ebrei, furono deportati ad Auschwitz. È altresì un impegno morale che si custodisca il loro ricordo come monito per le giovani generazioni, per tutti noi, per un’Europa solidale e unita sulla base del convincimento che gli studi storici e sociali rivestano un ruolo importante e insostituibile ai fini della conoscenza e della valorizzazione delle politiche della Memoria e della loro importanza, come vettore di sensibilizzazione delle moderne democrazie”.
Grazie ad un importante finanziamento regionale, il Comune di Casoli ha portato a termine i lavori di consolidamento del centro storico e del muraglione della Piazza della Memoria nella sua nuova veste monumentale di Memoriale europeo, opera dei progettisti Ing. Cristinziano Scutti e Arch. Giuseppe Fortunato, che hanno voluto chiarire il loro progetto:
“Dopo aver consultato la documentazione, dimostratasi vera fonte di ispirazione, e dovendo intervenire in quell’area ci è sembrato naturale rappresentare il passaggio in quei luoghi delle persone che hanno lasciato incisioni della loro memoria. Sulla piazza ci è parso opportuno quindi “rappresentare” la materia incisa, quale testimonianza degli importanti avvenimenti accaduti nel luogo: sopra allo zoccolo verticale del muro, nella parte inclinata a scarpa del muro, è realizzata una superficie incisa 218 volte. In particolare l’estesa superficie inclinata è suddivisa in due ordini sovrastanti: nell’ordine più in basso una superficie costituita da mattoni di laterizio posati con una rotazione rispetto al muro retrostante, individuano 108 incisioni verticali, mentre nell’ordine disposto più in alto una superficie di mattoni disposti con diversa rotazione e passo rispetto all’ordine sottostante, individuano 110 incisioni verticali. Questo il significato della disposizione dei mattoni e della loro illuminazione”.
Un’idea originale che ha ricevuto lodevoli apprezzamenti dalla soprintendenza, dai tecnici comunali, dagli ospiti e dalle istituzioni presenti.
L'onore di inaugurare il memoriale è toccato all'ambasciatore sloveno in Italia, S.E. Tomaž Kunstelj, che nel suo discorso ha ricordato la centralità della memoria per l'umanità e per la comprensione tra le nazioni.
Gli sloveni hanno sofferto e sopportato molto sotto il fascismo, ha detto il diplomatico, che ha ricordato in particolare gli internati Ljubo Ravnikar, Peter Držaj e Fortunat Mikuletič. "Hanno incarnato la ribellione, l'amore per la loro patria e la lingua slovena", ha ribadito Kunstelj, che poi ha ringraziato Lorentini e l'amministrazione comunale per il modo esemplare in cui hanno promosso il rispetto per gli internati e le loro sofferenze. L'ambasciatore ha inoltre sottolineato la grande importanza simbolica del passo congiunto dei presidenti italiano Sergio Mattarella e sloveno Borut Pahor per rendere omaggio "alle vittime slovene del fascismo e della violenza jugoslava del dopoguerra". L'ambasciatore Kunstelj ha proposto al sindaco Tiberini di prendere in considerazione il gemellaggio tra Casoli e i comuni sloveni di provenienza degli internati. La maggior parte di loro erano di Lubiana, Logatec e Vrhnika.
La figura dell’avvocato sloveno dottor Fortunat Mikuletič, ricordata dall’ambasciatore, spicca sopratutto perché nel 1943 proprio a Casoli scrisse in sloveno la sua testimonianza diretta dell’internamento - inedita in lingua italiana e rimasta ignota anche agli addetti ai lavori - pubblicata postuma con il titolo esemplare di “Internatitis” (pubblicata nell’ex Jugoslavia dall’editore Goriška Mohorjeva družba, 1974). Questa opera è parte fondamentale del progetto di ricerca del dottorato di Giuseppe Lorentini e sarà oggetto di traduzione in lingua italiana, studio e analisi storica, con l’obiettivo di pubblicarne i risultati nei prossimi tre anni sotto la supervisione del prof. Giovanni Cerchia, ordinario di Storia contemporanea all’Università degli Studi del Molise e coordinatore del dottorato in Innovazione e Gestione delle Risorse Pubbliche, il quale nel suo intervento ha espresso importanti riflessioni sulla memoria in Italia:
“Noi italiani siamo stati vittime del fascismo, ma allo stesso tempo abbiamo oppresso altri popoli, a cominciare dagli sloveni” ha sottolineato, ricordando in seguito l'occupazione della Slovenia e il filo spinato che gli occupanti eressero intorno a Lubiana, episodio poco noto in Italia, così come poco studiato è l'operato dell'esercito italiano nei paesi della ex Jugoslavia. "Il falso mito degli italiani come brava gente è purtroppo ancora abbastanza radicato nell'opinione pubblica", ha ammesso Cerchia.
Proprio per onorare la memoria di Fortunat Mikuletič, anche i suoi parenti di Trieste, le famiglie Palme e Štolf, hanno partecipato alla cerimonia inaugurale.
La pronipote di Mikuletič, Lucia Palme, si è considerata onorata per l'opportunità di ricordare il bisnonno e ha letto in italiano la poesia che Mikuletič ha scritto a Casoli. Dopo di lei, il marito Matej Štolfa ha letto nuovamente la poesia, questa volta in sloveno.
A nome degli ospiti triestini, Massimo Palme è salito sul podio e ha ringraziato per l'invito, ricordando il bisnonno e le sofferenze dell'umanità di oggi e ha sottolineato l'importanza della solidarietà in un momento in cui l'intolleranza della differenza si diffonde e si costruiscono ancora muri in Italia e in Slovenia. "Gli ideali per i quali il mio bisnonno ha combattuto sono ancora attuali", ha concluso Massimo Palme.
Vincenzo Calò, della segreteria nazionale dell’ANPI, si è congratulato con l'amministrazione comunale e con Lorentini per l'impegno nella commemorazione del campo fascista. Importanti apprezzamenti per la cerimonia sono stati espressi anche dagli storici Costantino Di Sante e di Enrico Fimiani a nome dell’Istituto Nazionale Ferruccio Parri. Lorenzo Camerini, dagli Arolsen Archives della Germania, ha voluto portare il suo contributo per rimarcare l’importanza del lavoro di ricerca storica e recupero della memoria che sta avvenendo a Casoli.
Alexian Santino Spinelli e suo figlio Gennaro hanno ricordato con parole vibranti lo sterminio della popolazione Rom e Sinti durante la guerra e i pregiudizi che tuttora questi popoli sfortunati devono affrontare.
Nella seconda parte della cerimonia, è avvenuta la posa di sette pietre di inciampo, (Stolpersteine) realizzate dall’artista tedesco Gunter Demnig: un’iniziativa congiunta degli istituti scolastici superiori “Algeri Marino” di Casoli e liceo classico “V. Emanuele II” di Lanciano, diretta dal prof. Luciano Biondi e promossa e sostenuta dall’amministrazione comunale. Le pietre intendono ricordare le sette persone internate a Casoli, deportate successivamente nei campi del Reich nazista (cinque assassinate ad Auschwitz, una nel campo di Risiera di San Sabba e una sopravvissuta a Bergen-Belsen).
La posa delle pietre d’inciampo nel contesto urbanistico, quale monito contro l’oblio, inserisce Casoli nel grande mosaico del monumento diffuso, che in tutta Europa ricorda le vittime della persecuzione nazi-fascista.
Al termine della cerimonia tutti gli ospiti hanno ricevuto una targa che rappresenta una sofisticata elaborazione in 3D del Memoriale-monumento della Piazza della memoria, realizzata dagli studenti dell’IPIA dell’Algeri Marino di Casoli sotto la supervisione del prof. Rocco Iezzi.
La giornata si e’ chiusa alle ore 18:00 presso il Cinema-Teatro comunale di Casoli, dove il concerto “Romanò Simchà”- Festa Ebraica Rom, di Alexian Santino Spinelli Group ed Enrico Fink con i solisti dell’Orchestra Multietnica di Arezzo ha degnamente chiuso una giornata dedicata al ricordo degli internati di Casoli, vittime del nazi-fascismo, onorate nel miglior modo possibile dal comune di Casoli e dai suoi abitanti.
Lorenzo Camerini
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